Sicuramente un discorso costruttivo e innovativo per raccontare la letteratura ai ragazzi e non cadere nell'ovvio della consegna della recensione di un libro vissuta come una spada di Damocle sulla testa, per dirla con il libro di D. Pennac “Come un romanzo”, non può esulare dalla presentazione del genere letterario del romanzo.

Il pensatore ungherese Lucacs, nel suo saggio “La teoria del romanzo”, definisce lo stesso come la forma in cui l'individuo non si sente mai completamente a suo agio.
La forma-romanzo non è invenzione recente o moderna, ma esiste già nell'antica Grecia dove rinveniamo il romanzo di Luciano, autore ellenistico, nei cui frammenti arrivati fino a noi troviamo i rudimenti dell'episodio più famoso del Pinocchio di Collodi, quello della balena.
Altra testimonianza nell'antica Roma con il romanzo di Apuleio “L'asino d'oro”, forma-romanzo evoluta in parodia di genere in quanto i protagonisti non costituiscono una coppia ordinaria e le avventure e disavventure finalizzate al raggiungimento dell'oggetto del desiderio acquistano talvolta il sapore del ridicolo.
Compiendo un salto notevole e arrivando al ventesimo secolo i titoli sono i seguenti: “I piccoli maestri” di Luigi Meneghello pubblicato nel 1964, “Il partigiano Johnny” di Beppe Fenoglio pubblicato nel 1968 e “La casa in collina” di Cesare Pavese pubblicato nel 1948.
Per quanto riguarda la forma sono tre esempi di forma-romanzo storico, ma anche di formazione, i temi comuni sono il sentirsi esclusi da alcune logiche, la riflessione su chi e come è un nemico, la fuga (dai nazifascisti, da sé stessi, da una vita non percepita come propria), il lessico da indagare ruota intorno a tre parole-chiave: terra, sangue, morte. Esiste anche un topos comune metafisico, ma anche concreto: la collina (per non allontanarci troppo dai nostri luoghi, dalla nostra epoca e dalla “nostra” Amanda Gorman “La collina che scaliamo”) quella verso la quale salgono “I piccoli maestri” alla ricerca dei rifornimenti di artiglieria, quella nella quale trova rifugio lo studente di Alba soprannominato Johnny per la sua passione per la letteratura inglese (protagonista anche del precedente “Primavera di bellezza”) e quella della ridente casa nelle langhe, cuore del Piemonte tanto caro a Pavese.
Un luogo dell'anima: è questa la letteratura!
E uno studente, un ragazzo magari di 16 anni o giù di lì, lo comprende quando incontra un libro che cresce con lui (un libro senza tempo, un classico come afferma Italo Calvino) e succede che ...inizi a leggere queste righe e di colpo capisci che (...) la letteratura e i libri sono una “roba” diversa da quello che senti a scuola (Demetrio Paolin).