Quando ho appreso la triste notizia della morte di Luis Sepúlveda per colpa di questo virus infido che, da febbraio 2020, ha trasformato le nostre vite e a lui, purtroppo, l’ha addirittura tolta, per onorarne la memoria ho cercato in casa un libro di questo immenso scrittore cileno che non avessi ancora letto. Ero sicura di trovare qualcosa tra i tantissimi libri che mia figlia Claudia ha lasciato qui a Salerno quando ha iniziato le sue peregrinazioni per l’Europa.

Datato settembre 2001 come acquisto, ho trovato Patagonia Express, scritto da Luis Sepúlveda nel 1995.

E’ un libro che assolutamente vi consiglio di leggere, perché la lingua di Sepúlveda è molto affascinante: così comunicativa e coinvolgente che quando iniziate a leggere andate spediti alla fine senza interruzioni, e quando finite vi ritrovate felici per le emozioni provate, ma anche tristi perché di colpo privi di un caro amico che vi ha tenuto piacevolmente compagnia per qualche ora, o qualche giorno.

Patagonia Express è un breve diario di viaggio in Patagonia e nella Terra del Fuoco, con capitoli scritti a mo’ di appunti su una Moleskine nera, regalata a Sepúlveda da Bruce Chatwin, altro grande scrittore-viaggiatore. Personaggi leggendari e natura stupenda sono coprotagonisti di incontri veri, di racconti e di leggende in uno scenario maestoso, così lontano dalla nostra quotidianità da catturarci subito affascinati e sognanti, desiderosi di poter vivere le stesse avventure dello scrittore e avere la sua stessa audacia, ringraziandolo per averci fatto sognare ad occhi aperti leggendolo.

Nel capitolo 8, dal titolo ‘Appunti Andini’, Luis Sepúlveda parla del deserto di Atacama nel nord del Cile, che si estende per centinaia di kilometri, con una altitudine che va dai 2000 agli oltre 5000 metri sul livello del mare; lo definisce “il deserto più arido del pianeta”.

Lo scrittore racconta di un ricordo di viaggio nella stazione di Ujina, un piccolissimo villaggio cileno a più di 2000 metri di altitudine. Era arrivato lì in treno, un treno molto lento che va da Antofagasta, sulla costa settentrionale del Cile, a Oruro in Bolivia. Ci racconta che il treno viaggia verso nord-est e, attraversando il deserto di Atacama, arriva dopo 600 km., 5000 e più metri di risalita e 2 giorni di viaggio a Ollagüe, sulla frontiera con la Bolivia; lì si cambia per andare a Oruro, oppure si prosegue per altre 6 ore verso nord fino a Ujina, dove i binari si interrompono di colpo.

Questo treno viaggia lentamente e, con le parole di Sepúlveda: “Lungo tutta la strada non si vede un albero, né un arbusto, né un cespuglio, né un filo d’erba, né un animale, né un insetto, né un solo uccello. Solitudine, e ancora solitudine.”   Ma poi lo scrittore aggiunge che:

… sotto il suolo arido, vive, incredibilmente, una delle più belle forme di vita. E’ la radice di un lichene antico quanto il deserto … ”.

Ci racconta che questa radice è solo 10 centimetri sotto l’arido terreno e aspetta il suo giorno di gloria: “ … aspetta pazientemente il giorno dell’unica pioggia, sempre alla fine del mese di marzo, che scende per qualche minuto su questa terra maledetta.” Questa “unica pioggia” bagna la terra assetata e “… questo basta perché in poche ore tutto il deserto si trasformi in un giardino infinito di fiori intensamente rossi. Le rose di Atacama riescono a vivere solo un paio di ore, poi il sole le brucia e il vento spazza via i petali arsi.”.

Un racconto troppo affascinante! Che meraviglia questo mare di petali rossi! Che trasformazione straordinaria e immediata del paesaggio da deserto desolato a giardino fiorito! Mi chiedo se la descrizione di questo fenomeno della natura fosse vera o parto della fantasia del grande cileno. Anche quando dicono che raccontano verità, spesso non siamo sicuri se gli scrittori non abbiano, invece, voluto solo creare per noi emozioni. Questa insolita distesa infinita di fiori rossi che vivono un solo giorno, letteralmente esplosi da una terra arida e apparentemente priva di vita, ha stimolato la mia curiosità.

Devo sapere se la storia è vera!!! Corro al computer! Scrivo ‘Rose di Atacama’ e Google Immagini subito soddisfa il mio desiderio di conoscenza con una infinità di immagini di stupende distese di fiori rossi.