L’onda si frange
sul lido deserto,
stride un gabbiano
nell’aria silente
e un pungolo rode
la palma già stenta.
Labirinti di gigabyte
dall’etere agli schermi,
finestre su spazi conclusi
su lande deserte di vita.
Case come rifugi
da incursioni nemiche,
tute maschere guanti
come chiusure e difesa
dallo spazio ostile.
Scorre lento il tempo
nell’attesa dell’arcobaleno.