In tanti anni in cui ho passato il tempo a vedere film fin da bambino (ed ancora oggi), mi è raramente capitato di trovare pellicole girate a Salerno o che quanto meno ne parlassero, con una strana eccezione, in questo caso, e la circostanza è curiosa: Sophia Loren parla di Salerno in due film.

La prima volta nel film “La domenica della buona gente” del 1953 in cui fa la parte di una ragazza abbandonata (che si reca a Roma per uccidere l’amante, ma non lo farà), che racconta di venire da Salerno, una città di provincia, che però ha il mare; la seconda volta è in un film americano di guerra del 1965 Operazione Crossbow, con un grande cast di attori dell’epoca, in cui recita il ruolo di una vedova italiana di un ufficiale tedesco, che vuole tornare nella sua città: Salerno.

Il rapporto fra cinema e Salerno, inteso come set cinematografico è sporadico, probabilmente perché penalizzata dalla vicinanza con la Costiera Amalfitana che offre, per i suoi panorami, maggiore interesse come teatro di posa naturale.

Cominciò Rossellini, nell’immediato dopoguerra a girarvi Paisà, seguito da ”Il miracolo”, episodio del film L’Amore, con una grande Anna Magnani ed un giovane Federico Fellini, un pastore che la poveretta crede essere San Giuseppe, girato a Furore e a Maiori, e ancora ”La Macchina Ammazzacattivi” da un soggetto di Eduardo De Filippo, girato ad Atrani, e “Viaggio in Italia” con Ingrid Bergman, il cui finale si svolge ancora a Maiori. Eppure Rossellini ha avuto un aggancio con Salerno, infatti si racconta che un giorno, passando per la città, abbia visto un giovane robusto, di bella presenza, che tirava le reti dal mare: era un pescatore di nome Mario Vitale; lo chiamò e gli chiese se voleva essere il protagonista del suo prossimo film con Ingrid Bergman: ”Stromboli”. Vitale accettò la parte in questo bel film, che però non ebbe fortuna come non la ebbe lo stesso Mario Vitale che lasciò presto il cinema.

Ebbene, come ho detto, pochissimi film sono stati girati a Salerno e sicuramente il più bello, molto importante nella cinematografia italiana, è ”Le Quattro Giornate di Napoli” di Nanni Loy del 1962, che ha avuto per “set” il vecchio stadio Vestuti.

La città si incuriosì molto e andò a vedere i soldati tedeschi, i prigionieri portati allo stadio, il grande attore Gian Maria Volonté, vestito da ufficiale, che mitragliava dal terrazzo di una palazzina di Piazza Casalbore i Nazisti.

Dopo questo capolavoro sono stati girate pellicole non memorabili, commediole come Due imbroglioni e mezzo; Babbo Natale non viene dal nord, che si svolge durante le “Luci d’artista” o il recente “Attenti al gorilla” o qualche flash del porto ne “Il tesoro dell’Africa” con Humphrey Bogart e Gina Lollobrigida girato interamente a Ravello, palcoscenico ideale per tante pellicole, dal Decamerone di Pasolini alle “Seduttrici”, ispirato al ventaglio di Lady Windermere di Oscar Wilde, con Scarlet Jhoansson, al supertecnologico, pieno di effetti speciali, Wonder woman in cui Villa Cimbrone diventa uno spettacolare terrazzo del Regno delle Amazzoni. Tutta la Divina Costiera è stato un set per registi importanti, per cui non è possibile indicarli tutti, ma solo per ricordarne qualcuno segnalo ”Che?” di Polansky, girato a Conca dei marini e “Le castagne sono buone” di Pietro Germi girato a Cetara. Proprio in questo paese si svolge un film con Totò che ha avuto conseguenze di carattere giudiziario: ”L’uomo, la bestia e la virtù”, tratto dall’omonima opera di Pirandello. Quando uscì nelle sale la pellicola, che pur godeva della presenza di un altro grande attore come Orson Welles, essa fu stroncata dalla critica che vedeva Totò solo come comico e non in altri ruoli amari. Gli eredi Pirandello si rivolsero alla Magistratura, perché ritennero il film lesivo dello spirito della commedia del padre. La pellicola fu ritirata e mai più proiettata fino alla scadenza dei termini di legge, cioè fino al 1993.

Salerno è estranea al mondo cinematografico come location, ma non lo è come città avendo dato i natali a due registi importantissimi nella storia del Cinema: Gennaro Righelli ed Elvira Coda Notari. Righelli è stato il regista del primo film sonoro italiano ”La canzone dell’amore” più conosciuto con il titolo ”Solo per te Lucia”, per la famosa canzone presente nella storia; la seconda è stata una delle prime registe donne al mondo! Elvira Coda, figlia di Diego e Agnese Vignes, nasce a Salerno nel 1875, dove compie gli studi magistrali. Trasferitasi a Napoli sposa il fotografo Notari con il quale fonda la casa cinematografica Dora in quella città che era la capitale del cinema muto; dal 1906 fino al 1929 girerà 60 film di carattere popolare con scugnizzi, guappi, donne sanguigne, i vicoli, un’umanità che la fa considerare in anticipo rispetto a quello che si chiamerà neo-realismo. I suoi film hanno un successo straordinario nel Meridione ed anche fra gli emigrati in America, perché parlano di passioni, di vita reale di sentimenti violenti. Questo tipo di cinema si scontrerà con l’avvento del Fascismo, che non tollererà che vengano rappresentate immagini indegne, lesive di un popolo che stava lavorando per migliorare il Paese. La censura intervenne, pesantemente, sui film della Notari, che nel 1929 chiuse i battenti della sua casa cinematografica.

E’ stata una regista severa ed autoritaria che sapeva come guidare i suoi attori, ma è stata anche una grande autrice di documentari realizzandone uno sul Processo Cuocolo, che per primo rivelò i legami fra Camorra e Società napoletana: il primo maxiprocesso. La Notari, dopo aver creato una scuola di cinematografia ed insegnato agli aspiranti attori, durante la guerra si trasferì a Cava de’ Tirreni dove morì nel 1946.